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Alimentazione e Ben-Essere: il cosiddetto "Junk Food"

Aetnei Flores
Alimentarsi è un’esigenza dell’uomo ed anche in senso olistico, per quanto possibile, questo principio va rispettato. L’obiettivo alimentare è quello di fornire energia che serve alle singole cellule per fare il loro lavoro. A partire dalla masticazione, il ruolo del sistema digerente è quello di ridurre gli alimenti ai loro principi fondamentali: zuccheri, grassi e proteine. Sotto questa forma elementare queste sostanze entrano all’interno della cellula e vengono utilizzate per produrre energia. Questa energia verrà utilizzata per fare il lavoro proprio della cellula oppure immagazzinata, in attesa di tempi “duri” per essere utilizzata.
 
Naturalmente il tutto non è così semplice, ma probabilmente un po’ di responsabilità è anche nostra. Per il corretto funzionamento di tutto il sistema, infatti, sono necessari alcuni accorgimenti. Innanzitutto un giusto rapporto tra proteine, glucidi e lipidi, poi il giusto rifornimento di vitamine, sali minerali e altri principi, che spesso mancano nell’alimentazione abituale. Ad esempio nel famigerato “junk food” o cibo spazzatura.
 
E ’un cibo che è stato lavorato e raffinato il quale, nelle varie fasi della lavorazione industriale, è stato depauperato delle principali sostanze nutritive e al quale sono stati aggiunti conservanti ed additivi chimici che ne modificano colore, sapore, e che in molti casi contribuiscono a creare una sorta di dipendenza ad esempio gli aromi, il sale e i coloranti. Risultato: un cibo altamente calorico ma molto povero dal punto di vista nutrizionale :il cosiddetto cibo a calorie vuote. I tre ingredienti base del  junk food sono sale, zuccheri e grassi animali ma anche oli e grassi vegetali di qualità scadente o idrogenati.
 
Generalmente quando si parla di cibo spazzatura il pensiero comune va al cibo dei fast food, agli snack dolci e salati, e alle bibite gassate.  Certo queste categorie di prodotti rientrano di diritto nel cibo spazzatura,  ma ci sono anche molti altri alimenti, per alcuni considerati insospettabili, che possono rientrare in questa categoria. Penso a due prodotti per la colazione: i cereali e molte preparazione proposte come yogurt alla frutta: prodotti ricchi di zuccheri raffinati con minime quantità di frutta, neanche fresca. Oppure certi dolci e snack con confezioni che evocano immagini bucoliche e che di naturale non hanno proprio niente: tra gli ingredienti quasi sempre troviamo farina 00, sciroppo di glucosio-fruttosio, olio di palma o altri oli vegetali raffinati e di pessima qualità, aromi artificiali ed altri additivi.
 
 
   “Provate a prendere della segatura, aggiungete una buona dose di zucchero e magari un po’ di cacao ed assaggiatela. Scoprirete che avrà un buon sapore”. Prof. Franco Berrino
 
 
Ai pessimi ingredienti citati, sempre presenti nel cibo spazzatura, si aggiungono gli additivi: conservanti e coloranti. Inoltre spesso gli ingredienti di questi cibi provengono da colture intensive ( non certo biologiche ) nel caso di vegetali, o da allevamenti intensivi nel caso di uova e carni, per cui avremo diserbanti ed antiparassitari da una parte, e antibiotici e ormoni della crescita dall’altra.
 
 
Quali sono i più comuni junk food?
 
         Bibite gassate, sia “normali” che “light”: conservanti, coloranti, zuccheri o derivati, sono sicuramente da evitare il più possibile. Considerate solo che una lattina di coca cola contiene almeno 10 cucchiaini di zucchero! Inoltre anche quelle “light” non sono da meno: sebbene siano dichiarate a “zero calorie” o quasi, queste bevande contengono comunque dolcificanti chimici (come l’aspartame), che risultano essere tossiche se non addirittura cancerogene.
 
         Patatine fritte, specie quelle confezionate: spesso fritte in oli riciclati, contengono una quantità enorme di grassi saturi e sale ed inoltre sono soggette alla presenza di acrilamide  una sostanza molto tossica che si forma durante il processo di cottura (soprattutto frittura), a temperature elevate (oltre 120-140°C), degli alimenti ricchi di carboidrati come appunto le patate o i cibi infarinati o impanati. Sono considerate tra le maggiori responsabili dell’aumento di peso.
 
         Wurstel e derivati: pieni di grassi e conservanti, sono il risultato di impasti di scarti di macelleria con aggiunta di insaporitori artificiali e spesso proteine del latte. Lo stesso vale per i prodotti avicoli come pepite di pollo, cotolette pronte o affettati come fesa di pollo o tacchino
 
         Sottilette e formaggini: facciamo attenzione a questa tipologia di “formaggi” industriali, A seconda della marca, si tratta comunque della produzione industriale di un alimento simile al formaggio fatto da un miscuglio di grassi del latte solidi, proteine del siero, emulsionanti e coloranti alimentari. Il contenuto di sodio molto alto.
 
         Pizza surgelata: l’uso di conservanti in quantità e una produzione industriale con farine troppo raffinate e condimenti scadenti per abbassare il prezzo, rende questo alimento poco sano e quasi per nulla nutriente, con un indice glicemico di gran lunga superiore rispetto ad una pizza artigianale.
 
         Snack e merendine confezionate: anche in questo caso sono piene di zuccheri, grassi idrogenati e farcite con conservanti a non finire. E’ necessario fare attenzione anche alle merendine vendute come “light” o “dietetiche”: spesso cambia poco nulla. Molto meglio una ciambella fatta in casa o una fetta di pane tostato con marmellata artigianale.
 
         Salse: ad esempio la maionese, ricca di grassi che possono causare problemi al nostro livello di colesterolo, oltre ai soliti conservanti, emulsionanti ed aromi artificiali.
 
         Cibi precotti: facciamo attenzione anche a questa categoria di prodotti. Si tratta spesso di alimenti di bassa qualità, pieni di sale e conservanti, capaci di far ingrassare velocemente senza apportare nutrienti significativi.
 
 
Riassumendo, è sempre meglio evitare gli alimenti confezionati, preconfezionati e precotti.
 
Il nostro corpo in tutta la storia dell’evoluzione ha imparato a riconoscere cosa è naturale. Se ci alimentiamo per anni con prodotti che non riconosce, prima o poi ci chiederà il conto (pensiamo al crescente fenomeno delle intolleranze). Il nostro organismo reagirà provocando malesseri, e poi ammalandosi perché non è in grado di riconoscere e non sa come gestire gli alimenti che gli stiamo fornendo. Un po’ come fa il nostro sistema immunitario ma del resto non sono in collaborazione?



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