Aetnei Flores®
Bella di notte
Un piccolo omaggio in questo momento buio: il capitolo dedicato alla Bella di notte, il rimedio vibrazionale Aetnei Flores® che aiuta a vedere la luce in fondo al tunnel nel buio dello sconforto e della disperazione.
Con l'augurio che, per l'umanità tutta, ritorni presto presto questa luce. Namastè!
La Bella di notte (Mirabilis jalapa) o Gelsomino notturno è una erbacea perenne o pseudo annuale con fiori imbutiformi, a mazzetti, di colori svariati (bianco, giallo, rosa, rosso o violetto) sia puri che mescolati variamente fra di loro. I petali contengono una sostanza di colore giallo (betaxantina) che emette una fluorescenza assorbita da una sostanza di colore violetto (betacianina), sempre contenuta nei petali, creando in tal modo sui fiori un effetto di fluorescenza verde capace di attirare l’attenzione degli insetti notturni dotati di recettori alla luce sensibili al colore verde. Questo fenomeno, finora osservato solo nei pappagalli come messaggio sessuale ed in pochissimi altri animali, sembra a tutt’oggi essere un unicum nel mondo vegetale.
Il nome
Il nome scientifico del genere (Mirabilis) nasce dalla meraviglia suscitata da un fiore che, a differenza di quanto accade normalmente, si apre al tramonto del sole, cosa che gli è anche valsa la pertinente denominazione tradizionale anglosassone di “Four o’clock” (“quattro del pomeriggio”). Il nome della specie deriva invece da un errore botanico: il nome della capitale dello stato di Veracruz in Messico, Jalapa, fu dato ad una sostanza fortemente purgante ricavata da una dicotiledone, l’Exogonium purga, sostanza che erroneamente si credette estratta dalla nostra pianta che, non a caso viene anche denominata “Jalapa falsa”.
La storia
Secondo la tradizione la pianta sarebbe originaria del Perù, ma potrebbe essere stata invece importata dal Messico, dal Cile o dall’India.
L’uso ornamentale e curativo insieme ne hanno assicurato la sua larga diffusione.
All’inizio del ’900 fu utilizzata dai botanici che ripresero in considerazione i risultati degli studi di Mendel; grazie ad essa riuscirono a dimostrare la relativa validità del principio della dominanza: l’incrocio di due individui di razza pura portava infatti alla comparsa di ibridi con caratteri intermedi che, reincrociandosi, davano origine ad individui delle razze pure originarie ed individui con caratteri intermedi nella proporzione di 1:1:2.
La Bella di notte, con il nome di “Gelsomino notturno”, è la protagonista dell’omonima lirica di Giovanni Pascoli, composta in occasione delle nozze del suo amico Gabriele Briganti, nella quale il fiore, con il suo profumo portato dal vento, è simbolo della serenità della notte la cui oscurità cela teneri segreti come il seme che sta nascendo custodito dai petali “un poco gualciti” del fiore che si richiude al nascere del giorno, allusione alla nuova vita a cui le nozze dell’amico daranno presto origine.
Uso popolare
La Bella di notte possiede nel mondo un’infinità di usi popolari, tutti pertinenti alla sfera della salute: problemi virali, batterici o micotici, problemi dermatologici, della sfera urogenitale e gastrointestinale, punture d’ape o di scorpione, contusioni, fratture e ferite, diabete, tumori, astenia generale e sessuale.
Da non dimenticare, naturalmente, l’uso diffusissimo in ogni parte del mondo come pianta ornamentale grazie alla sua estrema facilità di propagazione, la sua vivacità di colori ed il suo delicato e penetrante profumo.
Usi medici e naturopatici
La pianta è stata recentemente oggetto di studio da parte di un noto laboratorio erboristico industriale che l’ha inserita in un complesso fitoterapico di nove piante che la medicina popolare della foresta Amazzonica e del Sudamerica ha da sempre usato come antivirali. Secondo questo studio, la Bella di notte, oltre a possedere in buona percentuale elementi attivi quali triterpeni, proteine, flavonoidi, alcaloidi e steroidi, contiene un gruppo di proteine - localizzate in semi, radici e germogli – dagli spiccati effetti antivirali, abortivi ed antiproliferativi delle cellule tumorali. La pianta ha anche effetti antispastici, diuretici, lassativi e digestivi. E’ stata inoltre evidenziata la presenza di composti di fenoli attivi contro la Candida albicans. Tutto ciò fa quindi della nostra pianta un valido antivirale, antibatterico ed antimicotico, anche se alcuni degli elementi presenti, data la loro funzione di stimolazione uterina, ne sconsigliano l’uso in gravidanza.
Lo stesso studio ha inoltre confermato nei semi la presenza di alcuni peptidi con azione similare ai peptidi neurotossici che si trovano nel veleno dei ragni: l’ingestione dei semi, cosa facile da parte dei bambini vista la loro evidenza di dimensioni e forma, provoca infatti dolori addominali, nausea e vomito, talora associati a problemi neurologici come confusione mentale, delirio e dilatazione delle pupille.
Un recente studio effettuato dall’Università di Cagliari ha posto in luce la Mirabilis Jalapa, insieme alla Scropularia canina, per la spiccata predisposizione di queste piante ad essere utilizzate in opere di phytoremediation, cioè la bonifica di terreni fortemente contaminati da metalli pesanti. Questi vegetali infatti funzionano come un sistema di pompaggio e trattamento di tipo biologico in quanto il loro apparato radicale è capace di captare i metalli pesanti ed immobilizzarli impedendone la migrazione nelle acque sotterranee ed il loro inserimento nella catena alimentare; attraverso l’energia solare ed il lavoro biochimico naturalmente effettuato dal laboratorio vegetale vivente, inoltre, i metalli vengono metabolizzati e concentrati nella parte aerea delle piante stesse.
Un ulteriore uso da laboratorio della Bella di notte è come vegetale indicatore della patogenicità di alcuni batteri Gram positivi, secondo quanto sperimentato dalla Università del Nebraska.
Un sistema floreale brasiliano (Flores de Minas) utilizza la Bella di notte con azione armonizzante rivolta a quelle persone ipercritiche, arroganti, intolleranti, presuntuose e razziste, abituate a giudicare e condannare gli altri dei quali non riescono a vedere alcun pregio sentendosi sempre superiori; la loro tolleranza agli stimoli sensoriali è molto bassa e spesso hanno problemi legati al sistema immunitario, come allergie varie.
Il rimedio floreale
Una famosa canzone recitava una volta “… la notte insegue sempre il giorno…”. In effetti nella vita degli esseri umani eventi tristi e felici si avvicendano sempre con ritmo altalenante, così come si avvicendano stati d’animo, di benessere e malessere sia fisico che psico-emozionale, come in una giostra i vagoncini delle montagne russe si inerpicano per poi ridiscendere in un gioco apparentemente senza fine. Facile, quando si sente il vagoncino in salita, farsi attraversare dal pensiero fugace che, prima o poi, ci sarà la discesa, ma nel proprio intimo si spera sempre che la salita prosegua ancora un altro poco, e poi ancora un altro pochino, fino ad arrivare in alto, “tre metri sopra il cielo” o quasi.
Ma, inevitabile, è la discesa: qualche volta con una lieve pendenza, altre volte a capofitto, giù, fino a toccare abissi di prostrazione. Quando questa discesa ha inizio, per di più, sembra non avere mai fine: la frequenza energetica si abbassa sempre più e, quasi fosse una calamita, non fa altro che attirare eventi e persone di basse frequenze anch’essi. Ci si scopre a pensare che “i guai non arrivano mai da soli” ed in fondo la realtà sembra confermare questo pensiero. Anche se qualcuno provasse a ricordare all’individuo che si trova in tale disarmonia il vecchio detto “Bon tempu e malu tempu nun dura sempri ‘n tempu” (= il buon tempo ed il cattivo tempo non durano sempre), sarebbe solo la cortesia a fare rispondere che, sì, è proprio così; il sentire più profondo avrebbe l’unica certezza che, per un qualche difetto della giostra, il vagoncino si è fermato nella galleria più buia dell’intero meccanismo e nessuno mai verrà a ripararlo per farlo emergere alla luce del sole e ricominciare il giro. Ci si sente infatti come piombati, senza sapere come, in un tunnel senza luce, del quale si ipotizza l’esistenza di un’uscita, ma non si sa né dove sia, né come arrivarci e, forse, neppure se esista davvero. Non si ha con sé nulla che possa fare anche solo una flebile luce, almeno per poter distinguere, tra i fruscii ed i bisbigli che si sentono, l’esistenza di qualcosa che sia amica; lo scoraggiamento si impossessa dell’individuo e lo lascia semi paralizzato, preda, o meglio offerta sacrificale, per le misteriose e perfide creature che conducono la loro esistenza nella nera notte dell’anima.
L’essenza vibrazionale di Bella di notte fornisce la luce sicura che guida fino all’uscita del tunnel, facendo distinguere con chiarezza ciò che attornia l’individuo e facendogli comprendere che non tutto è malvagio ma, anche nella prostrazione, si è comunque attorniati da creature pronte a dare una mano, ad impedire di scivolare nei passaggi più sdrucciolevoli e, se per caso si cade, ad aiutare a rimettersi in piedi e ricominciare il cammino.
Il vagoncino può quindi ripartire lasciandosi alle spalle le problematiche che il buio aveva esasperato e rendendo capaci di godere di nuovo appieno delle gioie di questo cammino.
L’essenza attiva quindi la “fluorescenza naturale” che si espande attorno dando all’aura un luminoso riflesso dorato e insegna che, anche se tutto sembra morto intorno e dentro di sé, basta una goccia di vita nascosta nel caldo ventre della terra a fare rinascere, pronti ad espandere nel mondo il nostro profumo di vita e d’amore.
Proprio per la sua caratteristica di “accensione” l’essenza può dare l’input all’azione delle altre essenze in presenza di iporeattività energetica.
(da KAMLI GIUSY MARCHESE, Aetnei Flores®: Floriterapia dalla terra di Sicilia, 2013, pp. 57-62)