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Che stress...!

Aetnei Flores
Nel linguaggio comune la parola stress è associata a tensione, esaurimento, fastidio. Per questo motivo si tende a dare una valenza negativa generalizzata alla parola. In realtà, entrando nel settore della fisiologia umana, la capacità del nostro corpo di reagire con lo stress è la ragione per la quale siamo vivi.
 
La fase di allarme è quella fondamentale: l’agente stressante mette il nostro organismo nella condizione di prepararsi a reagire e contrastare l’evento esterno o interno e di questo se ne occupa il sistema nervoso simpatico: rallenta o si interrompe la fase digestiva, la peristalsi, la produzione di ormoni gastroenterici. Il flusso ematico ed il conseguente apporto di nutrienti viene dirottato ai muscoli. I bronchi si dilatano così come le pupille. La frequenza cardiaca e respiratoria aumentano. Con il perdurare dello stress e comunque anche dopo qualche tempo dal cessare dello stimolo il nostro corpo rimane in uno stato di allerta detto fase di adattamento.
 
Questa fase termina con la fase di esaurimento in cui l’organismo torna ad uno stato meno
 
efficiente di quello di partenza, per poi ristabilire un livello di normalità tramite il sistema parasimpatico.
 
Quello che abbiamo descritto ora è l’opportuna risposta ad uno stimolo esterno per ottenere dal nostro organismo una giusta reazione di difesa. Il vero problema insorge quando la reazione non è opportuna. Mettiamo in evidenza quella che ci porta alla patologia: il ripetersi, senza soluzione di continuità di stimoli stressogeni che non lasciano all’organismo la possibilità di recuperare ma lo mantengono in una costante fase di adattamento. In questo modo, seguendo le varie modalità di reazione, si verificano diversi effetti negativi.
 
È attivo il sistema ossidante, è basso il livello di difesa immunitaria, è alto il metabolismo a scapito della gestione ottimale delle energie, è elevato il livello di acidosi.
 
In poche parole il corpo si ammala. E come se questo non bastasse apre la porta ad elementi patologici che trovano facile strada in un organismo le cui reazioni di difesa sono orientate in
 
modo sbagliato. Tutta questa descrizione diventa un nostro problema quando andiamo a vedere quali possono essere considerati agenti stressogeni.
 
Stanchezza e mancato riposo, eccessi alimentari, tossine alimentari, alcool, fumo, cattivi pensieri sono le fonti principali di stress cui vanno sommate quelle della vita quotidiana come gli spaventi, l’incontro con virus, batteri, funghi, parassiti, a cui il nostro organismo è abituato a rispondere.
 
Ciò che accade è una sequenza logica di eventi. Se gli agenti stressogeni si manifestano in
 
modo continuo il nostro corpo vive in un costante stato di adattamento del quale difficilmente
 
ci rendiamo conto. Ciò provoca un esaurimento delle nostre capacità difensive che, arrivato al dunque, provoca una reazione insufficiente anche nei confronti di uno stimolo banale e normalmente ben controllato.
 
Tutto questo non è ancora malattia vera e propria, ma ne rappresenta l’anticamera.
 
Il passo successivo, come si può logicamente prevedere, è l’insorgenza di patologie croniche e degenerative. Depressione ed ansia sono associate e/o predicono il rischio.



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