Essendo “donna e pure monaca”, entrò in duro contrasto con la Chiesa che mal sopportava l’idea di una donna curiosa e per giunta colta! Infatti per le se sue prerogative di ricercatrice della salute e di guaritrice attraverso le erbe che usava, venne accusata di apostasia e stregoneria. Solo la sua vita integra e cristallina la salverà e la condurrà ad una santità dichiarata dalla stessa chiesa che l’aveva ostacolata. E’ stata proclamata Dottore della Chiesa nel 2012 da Papa BenedettoXVI.
Ildegarda è la decima e ultima figlia di nobile famiglia. Nasce in epoca di crociate: il nome Ildegarda significa proprio vincitrice delle battaglie. Fin da piccola era una bambina 'speciale' (oggi diremmo “indaco” ): intelligente, acuta, di salute assai instabile; anche la sua natura di visionaria comparve molto presto, verso i 5 anni. I genitori decidono di affidarla, all'età di otto anni, alla maestra Jutta, una giovane di nobile lignaggio che si era appena ritirata in clausura presso il monastero benedettino di Disibodenberg. Monaca "aristocratica", Ildegarda più volte definì se stessa come «una piuma abbandonata al vento della fiducia di Dio». Fedele peraltro al significato del suo nome, " vincitrice delle battaglie", fece della sua religiosità un'arma per una battaglia da condurre per tutta la vita: scuotere gli animi e le coscienze del suo tempo.
Non ebbe timore di uscire dal monastero per conferire con vescovi e abati, nobili e principi. In contatto epistolare con il monaco cistercense Bernardo di Chiaravalle, sfidò con parole durissime l'imperatore Federico Barbarossa, fino ad allora suo protettore, quando questi oppose due antipapi ad Alessandro III. L'imperatore non si vendicò dell'affronto, ma lasciò cadere il rapporto di amicizia che fino ad allora li aveva legati. Muore il 17 settembre del 1179.
Per l'epoca in cui è vissuta, Ildegarda di Bingen è stata una monaca controcorrente e anticonformista. Ha studiato a lungo occupandosi di teologia, musica e medicina. Ha lasciato alcuni libri profetici – lo Sci Vias (Conosci le vie), il Liber Vitae Meritorum (Libro dei meriti della vita) e il Liber Divinorum Operum (Libro delle opere divine), oltre a una notevole quantità di lavori musicali, raccolti sotto il titolo di Symphonia harmoniae celestium revelationum, diviso in due parti: i Carmina (Canti) e l'Ordo Virtutum (La schiera delle virtù, opera drammatica musicata). Un notevole contributo diede pure alle scienze naturali scrivendo due trattati enciclopedici che raccoglievano tutto il sapere medico e botanico del suo tempo e che vanno sotto il titolo di Physica (Storia naturale o Libro delle medicine semplici) e Causae et curae (Libro delle cause e dei rimedi o Libro delle medicine composte). Una posizione centrale nel pensiero di Ildegarda – di carattere assai forte, ma cagionevole di salute – la occupa la Viriditas, l'energia vitale intesa come rapporto filosofico tra l'uomo , con le sue riflessioni e le sue emozioni, e la natura, preziosa alleata anche per guarire dalle malattie.
L'intera opera di Ildegarda si basa sull'uso dell'analogia e del simbolo: attraverso tali strumenti ella tenta di comunicare non solo le idee ma anche l'esperienza, incomunicabile a parole. Dalla fisica alla medicina, una stessa legge attraversa le scienze, una legge di corrispondenza.
La sua medicina ha due anime: quella mistica (le visioni rivelatrici divine, il veder dentro nella luce divina), e l'altra scientifica, quella che la porta ad osservare direttamente la natura, raccogliendo le erbe più rare, osservando i decorsi delle malattie delle sorelle e degli infermi dei dintorni di Bingen, elaborando rimedi, cure, ricette (l'alimentazione è un aspetto fondamentale per la salute), spesso validi ancora oggi. Spiega i 4 fondamenti della medicina; la dieta, il salasso, il digiuno e i medicamenti. I suoi interventi prevedevano il “mondare” il malato prima di iniziare una cura. Conoscendo bene la sofferenza, a causa della sua salute malferma, Ildegarda, in straordinaria modernità d'intuizione, è convinta che, proprio per la corrispondenza di uomo e universo, inscindibilmente legati, il malessere dell'uno si ripercuota sull'altro, perciò, per raggiungere o riacquisire il benessere psico-fisico, l'essere umano doveva ri-attingere le energie necessarie dal mondo circostante, essendo parte del tutto, giacché i suoi disturbi dipendevano proprio dalla perdita dell'armonia con l'ambiente esterno.
Ildegarda attinge al mondo vegetale, descrivendo anche la forma delle piante, le caratteristiche del rimedio, gli effetti prodotti, la diversa efficacia e i diversi utilizzi, personalizzando la cura a secondo se a riceverla sia un uomo o una donna. (segue...)
Ildegarda è la decima e ultima figlia di nobile famiglia. Nasce in epoca di crociate: il nome Ildegarda significa proprio vincitrice delle battaglie. Fin da piccola era una bambina 'speciale' (oggi diremmo “indaco” ): intelligente, acuta, di salute assai instabile; anche la sua natura di visionaria comparve molto presto, verso i 5 anni. I genitori decidono di affidarla, all'età di otto anni, alla maestra Jutta, una giovane di nobile lignaggio che si era appena ritirata in clausura presso il monastero benedettino di Disibodenberg. Monaca "aristocratica", Ildegarda più volte definì se stessa come «una piuma abbandonata al vento della fiducia di Dio». Fedele peraltro al significato del suo nome, " vincitrice delle battaglie", fece della sua religiosità un'arma per una battaglia da condurre per tutta la vita: scuotere gli animi e le coscienze del suo tempo.
Non ebbe timore di uscire dal monastero per conferire con vescovi e abati, nobili e principi. In contatto epistolare con il monaco cistercense Bernardo di Chiaravalle, sfidò con parole durissime l'imperatore Federico Barbarossa, fino ad allora suo protettore, quando questi oppose due antipapi ad Alessandro III. L'imperatore non si vendicò dell'affronto, ma lasciò cadere il rapporto di amicizia che fino ad allora li aveva legati. Muore il 17 settembre del 1179.
Per l'epoca in cui è vissuta, Ildegarda di Bingen è stata una monaca controcorrente e anticonformista. Ha studiato a lungo occupandosi di teologia, musica e medicina. Ha lasciato alcuni libri profetici – lo Sci Vias (Conosci le vie), il Liber Vitae Meritorum (Libro dei meriti della vita) e il Liber Divinorum Operum (Libro delle opere divine), oltre a una notevole quantità di lavori musicali, raccolti sotto il titolo di Symphonia harmoniae celestium revelationum, diviso in due parti: i Carmina (Canti) e l'Ordo Virtutum (La schiera delle virtù, opera drammatica musicata). Un notevole contributo diede pure alle scienze naturali scrivendo due trattati enciclopedici che raccoglievano tutto il sapere medico e botanico del suo tempo e che vanno sotto il titolo di Physica (Storia naturale o Libro delle medicine semplici) e Causae et curae (Libro delle cause e dei rimedi o Libro delle medicine composte). Una posizione centrale nel pensiero di Ildegarda – di carattere assai forte, ma cagionevole di salute – la occupa la Viriditas, l'energia vitale intesa come rapporto filosofico tra l'uomo , con le sue riflessioni e le sue emozioni, e la natura, preziosa alleata anche per guarire dalle malattie.
L'intera opera di Ildegarda si basa sull'uso dell'analogia e del simbolo: attraverso tali strumenti ella tenta di comunicare non solo le idee ma anche l'esperienza, incomunicabile a parole. Dalla fisica alla medicina, una stessa legge attraversa le scienze, una legge di corrispondenza.
La sua medicina ha due anime: quella mistica (le visioni rivelatrici divine, il veder dentro nella luce divina), e l'altra scientifica, quella che la porta ad osservare direttamente la natura, raccogliendo le erbe più rare, osservando i decorsi delle malattie delle sorelle e degli infermi dei dintorni di Bingen, elaborando rimedi, cure, ricette (l'alimentazione è un aspetto fondamentale per la salute), spesso validi ancora oggi. Spiega i 4 fondamenti della medicina; la dieta, il salasso, il digiuno e i medicamenti. I suoi interventi prevedevano il “mondare” il malato prima di iniziare una cura. Conoscendo bene la sofferenza, a causa della sua salute malferma, Ildegarda, in straordinaria modernità d'intuizione, è convinta che, proprio per la corrispondenza di uomo e universo, inscindibilmente legati, il malessere dell'uno si ripercuota sull'altro, perciò, per raggiungere o riacquisire il benessere psico-fisico, l'essere umano doveva ri-attingere le energie necessarie dal mondo circostante, essendo parte del tutto, giacché i suoi disturbi dipendevano proprio dalla perdita dell'armonia con l'ambiente esterno.
Ildegarda attinge al mondo vegetale, descrivendo anche la forma delle piante, le caratteristiche del rimedio, gli effetti prodotti, la diversa efficacia e i diversi utilizzi, personalizzando la cura a secondo se a riceverla sia un uomo o una donna. (segue...)
(foto di SASSI D'autore)