BeneBlogEssere - Aetnei Flores

Vai ai contenuti

L'onestà di Pinocchio

Aetnei Flores
Pubblicato da in riflessioni · 31 Gennaio 2021
L’onestà di Pinocchio
 
Quando tra inganno e verità il confine è una linea quasi impercettibile

 
Nei giorni scorsi volevo preparare un dolce, giusto per rendere meno amare queste festività spogliate di ogni abituale caratterizzazione sociale ma, in compenso, appesantite dall’incertezza in un futuro che si delinea sempre più buio.
 
Volevo preparare un dolce non complicato, non troppo glicemico, ma che avesse comunque le caratteristiche che un dolce natalizio deve avere: i colori della festa, la morbidezza di un abbraccio ed il gusto delle cose genuine.
 
Volevo preparare un dolce in cui, inoltre, mettere a frutto i tanti tutorial visti nei momenti di relax.
 
E ci avevo pure pensato per tempo: tutti gli ingredienti erano nella mia dispensa o nel mio frigo.
 
 
No, aspetta, tutti gli ingredienti? Ossignùr, avevo dimenticato la panna! Beh, poco male: anche se siamo “arancioni”, la botteguccia locale qui vicino è aperta, la mia dolce metà non chiede di meglio che una motivazione valida per uscire … perfetto! Basta solo aspettare che lui ritorni dalla brevissima passeggiata e posso incominciare.
 
 
Ecco, è arrivata la panna da montare, come avevo richiesto; è quella a lunga conservazione, ma da queste parti non si può chiedere molto di più; è la confezione grande e non la userò certo tutta, ma si potrà sicuramente conservare per qualche giorno, vediamo un po’ cosa dicono le istruzioni …
 
Aaaaarghhhh!
 
Panna? Dove sarebbe la panna? Cosa ho tra le mani? Un composto di acqua, il 26% di grassi vegetali di palma e palmisto, l’11,6% di zucchero, una manciata di stabilizzanti assortiti, “proteine del latte” ed altra roba varia tra cui dei non meglio precisati “aromi” e persino un colorante betacarotene (quindi arancione! Ma la panna non era bianca?). Però in bellissima mostra di sé, su sfondo sufficientemente evidenziato, vedo che la non meglio identificata miscela è senza glutine, senza conservanti e perfino senza grassi idrogenati.  Devo proprio essere una vecchia bisbetica poco malleabile, ma a me quest’ultima colorata assicurazione non basta affatto: decido di cambiare ingredienti ed utilizzo del (spero) genuino latte, realizzando un dolce comunque delizioso.
 
Ad arrabbiatura acquietata, una ulteriore occhiata alla confezione incriminata mi dona una inaspettata illuminazione: la parola “panna” non compare affatto né sull’etichetta né in alcuna delle facce del pur sempre ecologico tetrapak. C’è solo un ben noto marchio, molto ben riconoscibile, che rimanda alla vera e propria panna (ma senza nominarla esplicitamente) e la dicitura “da montare” completa il ben confezionato inganno mentale a danno del povero consumatore superficiale. Quindi, non si può affatto obiettare nulla sull’onestà del produttore, che risulta perfettamente osservante del Regolamento UE 1169/2011 "relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori".

 
Ma, al di là delle mie piccole personali vicende, tutto sommato di nessuna importanza, mi chiedo: fermo restando che non si può configurare alcuna violazione della legge che, comunque, non ammette ignoranza, non dovrebbe forse esistere un modo per tutelare il consumatore più frettoloso o soltanto più sprovveduto? Cioè, non dovrebbe forse essere regolamentata anche l’allusione grafica a prodotti di ben diversa qualità, al fine di non ingannare il consumatore finale?

 
Tutto ciò mi riporta alla memoria quello che accadde quando fu definitivamente vietata in tv la pubblicità delle sigarette: i riconoscibilissimi loghi colorati, gialli oppure rossi o altrimenti variopinti, si trasferirono armi e bagagli sulle automobili da corsa, sulle barche a vela e persino sui capi di abbigliamento; bastò solo eliminare la parola “cigarettes”. Perché, in fondo, vige sempre il salvifico detto “fatta la legge, trovato l’inganno”.

 
Persino Pinocchio può quindi fare sfoggio di legale onestà!




Copyright AETNEI FLORES® - 2020
webmaster KGM
Torna ai contenuti